Friday 2 May 2008

Sull'Oscena Trasparenza dell'Informazione

Il Flusso di dati è ormai inarrestabile. Una volta comparsi sul website governativo, gli utenti hanno scaricato i file e li hanno condivisi in rete, cosi su Emule e altri p2p software si possono comodamente scaricare le dichiarazioni dei redditi, da Roma a Savona, wonderful.

La supposta motivazione è lo stimolo di una sorveglianza laterale, o se volete p2p, tramite la quale il controllo orizzontale tra cittadini dovrebbe ovviare all'incapacità dello stato di coprire tutte le pieghe in cui si insinua l'evasione.

Proprio quando il richiamo alle ronde si fa piu' forte da parte dei bifolchi nordisti, anche il governo uscente propone una formula di controllo fai da tè, sul lato finanziario, mostrando come il delirio sia il principale effetto dello stato agonizzante post-elettorale degli ultimi giorni a montecitorio.

Anche Travaglio, pur solitamente lungimirante, si lascia abbagliare (e non è la prima volta) da un'idea totalizzante di trasparenza informativa, secondo la quale piu' si sa meglio è, non tenendo conto dell'imprescindibile bisogno di regolare le traiettorie della stessa trasparenza, dal pubblico all'individuo, dall'individuo al pubblico, tra gli individui e cosi via.

Pubblicare le dichiarazioni senza il consenso dei cittadini è un atto illecito ed autoritario, che dà un colpo importante alla fiducia nei confronti dello stato, supposto soggetto protettore dei nostri dati personali. In piu' la speranza di un controllo comunitario dell'evasione cozza contro la stessa cultura civile italiana.

Quello che si ottiene non è certo vigilantismo informatico, ma piuttosto voyeurismo finanziario: non denunceremmo mai il nostro vicino alla Finanza, la nostra cultura non legalitaria ed omertosa, secondo cui chi riporta una violazione del genenere non è un buon cittadino ma un infame, ce lo impedisce a prescindere. Pero' non rinunceremo certo al gusto di spiare.

Stranamente (e fortunatamente) Grillo sembra evitare quest'attitudine alla trasparenza populistica che altre volte ha prediletto. I prevenuti hanno già fatto notare che la comparsa della sua dichiarazione dei redditi, nei maggiori quotidiani, potrebbe averlo fatto incazzare. I prevenuti purtroppo non sono accurati, in quanto prevenuti appunto.

Colpisce l'ipocrisia di chi lo accusa di guadagnare tanto, come se fosse un delitto in se stesso, o come se quando si combatte il precariato si debba essere precari, per forza. Un tale atteggiamento è talmente idiota che non vale la pena soffermarcisi. Interessante è anche notare come i quotidiani siano stati pronti a pubblicare i dati di Grillo, adesso come adesso il loro nemico numero uno, nella speranza (molto fondata, visto il livello intellettuale del dibattito politico italiano) di attirare malcontento nei suoi confronti.

Sembra legata a questa strategia anche la 'notizia' circa i commenti negativi che il post di Grillo contro il provvedimento di Visco avrebbe riscosso. Un atteggiamento non solo immaturo, ma francamente inquietante. Finchè attacchi di questo genere sono confinati alla politica ci si puo' limitare ad evidenziarne il cattivo gusto e l'opportunismo che sottendono. Quando ad usarli è la stampa, beh appare evidente come essa sia effettivamente diventata politica. Non intendo per quanto riguarda orientamenti, è ovvio che ci siano, come in tutto il mondo.

Intendo in termini di casta, questo termine deteriorato e deteriore, che oggi pero' calza a pennello per enfatizzare l'azione, in blocco, del settore informativo italiano, che come un qualsiasi partito politico ricorre a tattiche sporche per delegittimare il proprio avversario.

Di solito Grillo, come agitatore politico, non mi esalta, cosi come il populismo cieco e totalizzante del suo V2Day non mi ha convinto. Oggi tuttavia lo sto parzialmente rivalutando.