Il colore tenue
sfuma tra verde e paglierino. L’impatto è intenso, con toni di limone e
mineralità, quasi erbaceo, elegante, bilanciato, con un sentore di melone e pesca.
In bocca è sorprendente, aggredisce subito, sembra quasi pizzicare la lingua,
poi tutto si smussa verso una dolcezza che quasi ricorda un gewurztraminer,
dolcezza aromatica, che però è subito prevenuta dal divenire eccessiva,
stucchevole, rimane solo qualche istante, il tempo di rilassare il palato dalle
asperità iniziali. Poi subito s’impenna un’acidità impressionante, acidità
rotonda, ossimoro tenuto insieme da un delicatissimo sapore di mela che poi si
muta in retrogusto regalando una una soave persistenza, come di succo di mela.
Un vino di
indubbia eleganza, non semplicemente bilanciato ma, direi, calibrato, poichè
non si tratta soltanto d’ equilibrio statico da bilancia, piuttosto è
equilibrio dinamico, in movimento, che smuove il palato su e giù senza mai
portarsi fuori baricentro.
Qualcuno lo
definisce monodimensionale, e probabilmente a livello olfattivo lo è. Però non
credo che qui ci si proponga altro. Il vino è giovane, ed a questo prezzo (9£, fascia
bassa per un riesling tedesco) non cerca improbabili funambolie aromatiche, si
concentra piuttosto sull’esperienza gusto-tattile in bocca, e con-vince
decisamente.
L’abbinamento
preferito è il cibo d’asia orientale. Ho rischiato un pò tentando l’abbinamento
centrasiatico, con un pollo al curry, il vino tuttavia si è comportato
piuttosto bene, soccombendo solo di poco, mancando corpo e dolcezza per
fronteggiare il piatto. Riprovato con una vellutata di cavolo nero molto
speziata, l’abbinamento ha retto, e reso, perfettamente.
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