Colore rubino intenso, scuro, buona consistenza. Al naso emergono subito le spezie (cuoio, pepe), poi la frutta (amarena e prugna). Alla bocca risulta decisamente tannico, acido e fresco, caldo, vellutato, persistente, meno bilanciato di quanto ci si potesse aspettare.
Classici accostamenti di rito per un Cothes du Rhone Village sarebbero carni rosse e formaggi stagionati, ma questo Laudun risulta molto più fresco e acido di quanto ci si possa aspettare, e dunque dà il meglio con formaggi a media stagionatura e piatti di carne non eccessivamente sofisticati. L'ho provato con delle uova al prosciutto e l'accostamento è stato alquanto soddisfacente.
Il palato delude un pò, non riuscendo a mantenere i livelli dell'ottimo naso. L'alcol inizialmente risulta lievemente aggressivo e, anche se il vino tende decisamente ad aprirsi col passare dei minuti, tale tenue ma sgradevole 'violenza' alcolica rimane. L'acidità, in questi vini robusti e a volte ben troppo stucchevoli, è spesso un pregio, In tal caso però si va oltre. La freschezza è infatti eccessiva, finisce per sbilanciare il vino, compromettendo nel palato il soffice manto che i tannini (di ottima qualità) avevano costruito. Né perde senza dubbio il restrogusto che lascia una persistenza sbilanciata e non convince decisivamente (non si ha troppa fretta di riempire di nuovo il bicchiere). Probabilmente un vino leggermente fuori tempo, il cui equilibrio comincia proprio ora a disgregarsi, e che va consumato assolutamente entro l'anno. Detto questo, resta comunque un vino di buona qualità, che tenderà però inevitabilmente a lasciare insoddisfatti, vista l'incapacità, al palato, di mantenere le promesse dell'olfatto.
pubblicato su Le Strade del Vino
Mesopotamia Artifacts Help Explain How Language Evolved from Pictures to
Words
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By comparing early markings used for business purposes to 'proto'
cuneiform, we can say language transitioned from symbols to writing.
8 hours ago
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