Monday 28 April 2008

la (ir)ragionevolezza del dubbio

La cospirazione è una strategia, non di chi la fa, al contrario. Essa è una strategia di chi la etichetta come tale, uno strumento all'interno di una logica di potere.

L'ideale di Habermass, con l'avvento di internet, è ovviamente destinato a rimanere tale, nonostante le peregrinazioni di quest'ultimo sul concetto di razionalità comunicativa. Le promesse di dibattito aperto, apertura e trasparenza della sfera pubblica sono ovviamente utopiche. Ma il punto è un altro. Tale promessa è la stessa ideologia dell'idea di 'pubblico'.

Internet non offre la verità, nè l'emancipazione informativa, e forse Grillo dovrebbe bilanciare i suoi proclami in questo senso.

Quello che appare sempre più chiaro è che a dispetto di una presunta apertura del dibattito e di una traparente circolazione d'informazioni, il concetto di razionalità ancora lavora per ancorare sotto la sua elgida istituzionale il gruppo di interpretazioni dominanti.

Meccanismi di potere, bastati sul prestigio politico, il peso economico, la reputazione giornalistica o intellettuale e cosi via, inevitabilmente tracciano un'area di accettabilità entro cui vanno a cadere diverse interpretazioni. Altre interpretazioni ne vengono escluse per vari motivi, che vanno dall'inconsistenza dei contenuti alla mancanza di potere di chi le produce, o dalla cattiva reputazione di quest'ultimo, che poi è la stessa cosa.

Teoria cospiratoria o meglio, in Italia, dietrologia, è il modo in cui varie interpretazioni vengono nominate e di conseguenza escluse dallo steccato della rispettabilità, della razionalità.

La meccanica è niente di nuovo. Già Socrate fu definito un pazzo. La chiesa delimitò il proprio spazio interpretativo con il recinto dogmatico e colorò la pazzia con un'accezione più precisa, eresia, pure dotandosi di un corpo esplicitamente devoto alla soppressione delle interpretazioni escluse, la santa inquisizione.

McCarthy è ben noto e aiuta a capire la labilità del meccanismo di nominazione cospirativa, e il suo aspetto paranoide. Il suo Macarthysmo infatti è una caccia alle streghe in puro stile inquisitorio che ha come fulcro la supposta cospirazione dei traditori comunisti alle spalle dell'America. Tuttavia il suo è un ragionamento su cui il suo stesso giudizio può essere rivolto, la sua è una chiara teoria cospiratoria, ed oggi questo giudizio non può essere smentito. In più, il suo atteggiamento è chiaramente paranoide.

Paranoia e cospirazione sono i due atteggiamenti della società odierna, strategie con cui sottilmente si depenna un interpretazione senza confrontarla sui contenuti, ma piuttosto screditandone la fonte, o denunciandone i motivi. Quando si etichetta un ragionamento in tal modo, si sostiene la non credibilità del soggetto che lo elabora, si abbandona il pensiero perchè 'le sue conseguenze sarebbero inaccettabili', o si accusano invidia, delusione, rabbia come motivi scatenanti del pensiero stesso.

Quello che non si fa, poichè equivarrebbe ad ammettere il ragionamento all'interno dello steccato e per questo affrontarlo direttamente nei suoi contenuti, è appunto analizzarlo ed eventualmente confutarlo. Piuttosto di elencare i molteplici esempi (La teoria cospiratioria di 9/11 è une sempio calzante. I vari fatti che elenca, qualcuno fantasioso, qualcuno inquietante, qualcuno obbiettivamente poco chiaro, non sono confutati direttamente, almeno non nella loro totalità, ma piuttosto screditati in quanto cospirazioni, e per questo abbandonati nel campo dell'irrazionale, del tendenzioso) preferisco concentrarmi su qualcosa di recente.

Basta cercare un pò in giro, tra giornali e blog, per scoprire delle notizie perlomeno interessanti circa l'episodio probabilmente decisivo per la campagna elettorale romana, lo stupro recente della studentessa del Lesotho. Insomma vengono fuori vari elementi. Qualcuno non prova nulla, come il fatto che uno dei testimoni abbia precenti penali, o che ci siano incongruenze riguardo al racconto, o che lo stesso (Bruno Musci) abbia poi partecipato attivamente alla campagna addirittura facendo da testimonial al patto sulla sicurezza tra Alemanno e Bettini, e che avrebbe incontrato una del partito di Bettini all'ospedale i cui si trovava la studentessa, senza saperlo... Ancora, la testimonianza della stessa studentessa, secondo il resoconto di un amico, che avrebbe ammesso di essere stata minacciata ed aggredita ma non violentata, appunto per l'arrivo dei due che poi hanno dato l'allarme. Va beh, elementi più o meno informativi, ma che non possono fuorviare il giudizio sulla storia, magari al limite spingere ad indagare ulteriormente, per evitare malintesi.

Scavando ancora si scopre che i due avvocati del clandestino romeno sono Francesco Pettinari e Antonio Sansoni. Se il secondo è un ex MSI (a quanto pare, anche se lui sembra smentire), e fin qui nulla più che coincidenza politica si potrebbe dire, il primo è l'avvocato che ha difeso il magistrato Metta, indagato al processo Lodo Mondadori, in cui sotto accusa erano Berlusconi, Pacifico, Previti e Squillante. Ovviamente non è tanto la seconda sovrapposizione politica, un pò più forte, che va notata. Piuttosto ci si deve chiedere come un delinquente romeno, anzichè il solito avvocato d'ufficio, fa a pagare due professionisti la cui parcella dovrebbe essere proibitiva, non solo per un immigrato, ma anche per molti di noi. Poi ci si potrebbe pure domandare il perchè, perchè due professionisti di questo calibro vogliano proteggere un pervertito qualunque, un immigrato, colpevole poichè colto in flagrante; non proprio il loro solito tipo di assistito insomma. E alla luce di queste domande si potrebbe poi valutare la richesta di perizia psichiatrica fatta dagli avvocati, e il fatto che questa di fatto pospone l'interrogatorio del romeno al dopo-ballottaggio.

Ora, tutto potrebbe essere una grande cazzata, un tentativo simmetrico di reazione alla destra. Mentre questa strumentalizza lo stupro per fomentare paura e calcare sulla sicurezza, la sinistra strumentalizza qualche voce circa una montatura, cercando cosi di opporre la strategia avversaria.

Però credo ci sia abbastanza per indagare almeno un pò più a fondo e fugare i dubbi. Al contrario la destra ha accusato di voler strumentalizzare (il toro che...) e i giornali hanno taciuto la storia o l'hanno solo sussurrata screditandone il valore in quanto rumore, illazione.

Etichettando le ipotesi, i ragionamenti ed anche il semplice sospetto attorno a tali sviluppi come tendenziosi, cospiratori, dietrologi, li si è esclusi dal dibattito a priori. Inneggiando al rispetto, al di là delle strumentalizzazioni politiche, della ragazza molestata, si è in realtà performato il gesto politico par excellence.

I quesiti sollevati da questa storia non solo restano irrisposti, ma scivolano nel limbo dell'irrazionale, del non-ragionevole-dubbio, e forti di questo i paladini della sicurezza possono semplicemente ignorarli, come se non esistessero.

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